Il teatro da sempre è in grado di tradursi e superare l’ostacolo delle lingue attraverso gli strumenti letterari. Ma a mano a mano che nuove forme di circolazione di cultura, tra cui la rete informatica, la tv satellite e il digital versatile disc, diventano sempre più popolari occorre cominciare a chiedersi se qualcosa nel mondo della fruizione e diffusione della creatività non sia già cambiato irreversibilmente. Il convegno IL SIPARIO S/DOPPIATO vuol porre domande nuove per avere nuove risposte scevre da ogni pregiudizio. Non è giunto il momento di prevedere fin dalle fasi progettuali la riduzione in immagini di uno spettacolo, creando nuovi soggetti capaci di rendere il teatro ripreso non solo sperimentazione o ripiego occasionale, ma servizio e cultura, gesto artistico e professionale? È possibile ipotizzare che il teatro viva una nuova ondata di interesse mondiale circolando da un paese all’altro non solo “fisicamente” o tradotto, ma attraverso il doppiaggio o il sottotitolaggio di opere teatrali riprese audiovisivamente? È accettabile immaginare un “teatro globale” che semini mille occhi sintetici nei palcoscenici e liberi lo spettatore dalle catene della platea permettendogli di scegliere un proprio punto di vista?
La posta in gioco è enorme: non si tratta di «sostituire» l’audiovisivo teatrale al teatro come evento che si svolge necessariamente dal vivo, ma di giovarsi della rete tecnologica per riuscire a portare ciò che spesso è fisicamente irraggiungibile a un pubblico quanto mai vasto, restituendo interesse, dignità e forza a una delle più antiche e nobili espressioni artistiche dell’umanità.

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