Inizio 2016 – quarantesimo dalla fondazione dell’AIDAC – pubblichiamo il recente editoriale di ASINC sull’importanza della norma UNI 11591 

L’anno appena trascorso ha prodotto una cosa estremamente positiva per il settore della trasposizione linguistica degli audiovisivi: la pubblicazione della norma Uni 11591. Positiva per più motivi, perché offre al settore del doppiaggio – da sempre e a torto considerato un’espressione subculturale – la possibilità di avere un punto di riferimento con la qualità e quindi di poter effettivamente affermare di offrire un sistema di eccellenza non imperniato solo su valutazioni soggettive e spesso piene di retorica. Positiva anche in quanto la norma offre all’editore, in questo caso le società di distribuzione cinematografica e le emittenti televisive, un modello chiaro e di facile applicazione per poter garantire agli autori, ai produttori e agli spettatori che il processo di lavorazione – almeno per quanto riguarda la delicata fase della traduzione/adattamento del dialogo – sia impostato su criteri tecnico-professionali riconosciuti e rispettosi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Positiva, infine, perché offre alle istituzioni coinvolte, in quanto responsabili dei processi culturali che riguardano il pubblico, e soprattutto i minori, una leva sulla quale agire per cercare di dare metodo e regole a un settore da sempre abbandonato a se stesso e alla legge del mercato che trascina la qualità al livello più basso. Va anche detto che grazie all’espansione della rete e dell’emittenza digitale straniera il doppiaggio comincia inevitabilmente a mostrare la sua debolezza concettuale, la sua corda ormai sfilacciata, e a lasciare il passo ai sottotitoli, ormai più in linea con un paese audiovisivamente più maturo. Un nuovo fronte da tutelare.

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